continua da appartamento di Henry - camera da lettoNegli ultimi anni mi ero reso conto di non essere l'unica creatura della notte, a Toronto. Frotte di giovani cominciavano a riempire le strade con macchine sportive, diretti in qualche wine bar o in qualche locale, per annegare nell'alcool o nella musica le tristezze della loro vita. Un gruppo di probabili liceali o universitarie attraversò all'improvviso la strada davanti a me,costringendomi ad una brusca frenata. Ridevano tra di loro, eccitate, prendendosi sottobraccio come se dovessero condividere chissà quali segreti. Avevano tutte la felpa di una confraternita, e , nonostante l'aria pungente, indossavano minigonne cortissime.
" Certo che i tempi sono cambiati," mi trovai a pensare, osservando gli sguardi e gli atteggiamenti disinibiti di quelle ragazze. Le guardai storto, mi stavano facendo perdere tempo, impedendomi di passare. Per tutta risposta una di loro si avvicinò e si sedette sul cofano della Jaguar. Mi lanciò uno sguardo da cortigiana attaccandosi al vetro con le labbra e stampandoci sopra un bacio. Anche dall'abitacolo riuscivo a sentire il suo odore, il pulsare del cuore, potevo quasi assaporarla.
" Non adesso , Henry" mi rimproverai "
Non è ancora ora di cena...". La ragazza si rialzò, allontanandosi e riunendosi al gruppo di amiche che si erano godute la scena pochi metri più in là. Prima di sparire del tutto nella folla si voltò di nuovo verso di me, incollandomi addosso un altro sguardo eloquente. Feci rombare il motore della macchina e ricambiai lo sguardo. Ormai sapevo di avere un pasto caldo prenotato da qualche parte. Prima o poi ne avrei usufruito....
Voltai lungo un viale alberato, tagliando il più possibile il traffico notturno ed in pochi minuti arrivai sotto l'ufficio di Vicki.
continua Ufficio di Vicki Nelson - corridoio davanti all'ufficio